La Corte di Cassazione ha confermato proprio ieri, la sanzione destinata a Banca Popolare di Milano ricevuta a causa di irregolarità nel rapporto con i clienti. Da da questo momento non si scherza con le norme sulla trasparenza poichè come in questo caso il Ministero dell'Economia (su proposta della Consob) è pronto ad intrervenire.
Il fatto accaduto è il seguente: all'istituto di credito era stata contestata la condotta di due dipendenti: il primo aveva offerto alla clientela valorizzazioni da lui stesso elaborate manualmente su carta intestata della banca e non corrispondente con le quotazioni di mercato. Ovviamente tutto ciò, senza usare i dati del sistema informatico dell'istituto di credito e senza informare i clienti il rischio relativo alle operazioni aperte; la seconda dipendente, moglie del primo, aveva dato corso (senza attività istruttoria e verifica dei documenti) al suddetto ordine.
Così la Corte d'apello di Milano ha ribadito chiaramente, che le valorizzazioni elaborate dal dipendente rappresentavano una violazione degli obblighi istituiti che caratterizzano il rapporto tra cliente e banca ed inoltre, le obbligazioni "zero c oupon" venivano valorizzate a lunga scadenza al valore nominale.
Tuttavia, a seguito di questo spiacevole episodio, le banche pagheranno per le irregolarità nel rapporto con i clienti e nel caso specifico, a essere violato è stato il generale dovere di diligenza prescritto dall'articolo 21 del Testo Unico Bancario.