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Pensioni: Ape fissate solo le coordinate principali
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Come ha annunciato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi l'Ape (acronimo per anticipo pensionistico) è da pochi giorno allo studio di un team di economisti ed esperti del settore per verificarne la fattibilità e le modalità di applicazione.
L'obiettivo è di sviluppare le coordinate principali dell'Ape, le sole fissate finora. In questo modo si avrà un piano strutturato che consentirà ai lavoratori di andare in pensione anticipatamente rispetto ai requisiti d'età indicati dalla Legge Fornero. Di certo si sa che l'anticipo pensionistico sarà al massimo di tre anni e quindi, nel caso che il meccanismo venga inserito all'interno della Legge di Stabilità futura, riguarderà i nati nel 1953, nel 1952 e dal maggio del 1951. In pratica i destinatari dell'Ape sono tutti quei lavoratori che a causa della Legge Fornero hanno dovuto rinviare l'uscita dal mondo del lavoro di 4-5 anni perché non raggiungevano più i requisiti d'età necessari.
Allo stesso tempo questi lavoratori sono stati esclusi dalla salvaguardia del Decreto legislativo correttivo 201/11, che concedeva di andare anticipatamente in pensione a 64 anni a chi avesse almeno 35 anni di contributi (in aggiunta ai resti) e 60 anni d'età entro il 31 dicembre 2012. In pratica l'Ape riguarda tutti coloro che non hanno maturato la cosiddetta quota 96 o che non possono uscire dal mondo del lavoro per limiti di vecchiaia a 63 anni attraverso una pensione contributiva in toto. In questo caso è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi a partire dal 1996.
Dal punto di vista delle lavoratrici subordinate nel settore privato , all'inizio l’Ape potrebbe risultare una misura dal limitato impatto: infatti le donne che sono nate nel 1951 hanno avuto già alla fine del 2011 la possibilità di andare in pensione a 60 anni di età e con 20 anni di contributi. In più, almeno fino al 2015, era possibile andare in pensione di anzianità optando per il sistema contributivo: in questo caso, tuttavia, era necessario per le lavoratrici dipendenti avere 35 anni di contributi e 57 anni di età. In base a quanto finora previsto nelle linee generali dell'Ape il meccanismo su cui si basa è strutturale e, rispetto al primo triennio di applicazione, verrà adottato negli anni successivi a scorrere.
Per quanto riguarda la penalizzazione percentuale, quest'ultima dovrebbe interessare per ogni anno di anticipo pensionistico la quota dei contributi versati, cioè quella retributiva della pensione stessa. Per i lavoratori che avevano versato meno di 18 anni di contributi il 31 dicembre 1995 la quota riguarda gli anni fino al 1995; in caso contrario il termine fissato è il 2011. Allo stesso tempo si presume che il taglio percentuale sia proporzionato all'importo dell'assegno pensionistico: ad esempio, per le pensioni che ammontano ad almeno tre volte il trattamento minimo la penalità potrebbe essere del 5-8% per ogni anno di anticipo.
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