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Rincaro sui mutui a tasso variabile

A causa del rialzo del denaro da parte della Bce, le famiglie italiane che hanno un mutuo a tasso variabile si ritroveranno a pagare il 2,5% in più, che corrisponde a 13 euro in più al mese per un totale di 156 euro in più annui (calcolando un piano d'ammortamento ventennale).

La banca centrale europea garantisce un momentaneo freno ai rialzi tassativi, anche se tuttavia, coloro che hanno deciso di acquistare un mutuo a tasso variabile erano consapevoli delle sue oscillazioni positive o negative. Ed inoltre, le indicazioni dei futures degli Euribor (per cui l'indice a 12 mesi è fissato al 2,04%) aumentano di conseguenza nei prossimi trimestri.

Se ipotizziamo due situazioni possiamo osservare praticamente il rincaro del mutuo nei diversi casi: ad esempio, un single chiede in prestito un mutuo di 100 mila euro ed una famiglia a doppio rendito chiede un mutuo della cifra di 300 mila euro. Se accadesse quello che sostengono molti analisti e cioè un ritocco di altri 25 punti-base per ciascuno dei due casi porterebbe il rincaro finale: per il single con un mutuo a tasso variabile 37 euro in più al mese e quindi 444 euro in più annuali per vent'anni mentre per la famiglia, 110 euro in più sulla rata mensile che corrisponderebbero a 1.320 euro annuali per vent'anni, 1.404 se il mutuo è trentennale.
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