Il Giappone, una nazione che non si lascia scoraggiare di fronte a niente. E nonostante gli enormi danni causati dal terremoto e le troppe persone spazzate via, l'economia giapponese si rialza in piedi ed è pronta ad offrire moltissime oppurtinità per i superstiti.
Nel settore finanziario ad esempio, la Borsa si è ripresa di un buon 15% poichè grazie alle offerte proposte dal settore successivamente alla catastrofe, ha avuto un sostanzioso numero di acquisti. Gli specultari hanno rimesso in funzione il "carry trade", una presa a prestito di yen per convertirli in asset esteri a più alti rendimenti: sui tassi internazionali infatti ci sono andamenti rialziasti, ma è scontato che la Banca del Giappone non alzerà per un lungo tempo i tassi.
Per quanto riguarda invece l'ambito delle ricostruzione della città, la Banca Mondiale dichiara che il processo di ricostrizione durerà 5 anni. La Borsa infatti ha già premiato i titoli di società edilizie segnalando le buone prospettive del cemento e delle società di impiantistica e di attrezzature nonchè quelle connesse alle tecnologie ambientali e al risparmio energietico.
In settori come quelli della moda e del lusso il Giappone ha perso molti punti ma sopratutto ne abbiamo persi noi, dal momento che il Made in Italy in Giappone rappresenta un pilastro portante della moda, rappresentando un imponente percentuale dell' export nostrano.
Nell'ambito agroalimentare, l'allarme radioattività ha bloccato l'agrcoltura in tutto il paese: prodotti come latte, acqua, alcune specie di pesci e persino carne bovina, hanno registrato livelli di contaminazione superiori alla norma.
Per quanto rigurda la meccanica e la tecnologia, le aziende nipponiche hanno avuto quote rilevanti raggiungendo cifre impressionanti.
Infine per il turismo, bisogna ancora attendere che si tranquilizzi del tutto la situazione.